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Le 3 fasi fondamentali dello sviluppo personale

Le fasi della crescita personale

Prima di approfondire in cosa consistono queste 3 fasi, è bene sottolineare che come sarà il nostro futuro, dipende da come si sono superate e come è stata la transizione tra l’una e l’altra fase.

Un evento traumatico, un semplice blocco che ritarda o impedisce al bambino il passaggio da una fase a quella successiva, determinerà inevitabilmente una difficoltà esistenziale.

Ad esempio, una eccessiva gratificazione provata durante una fase di sviluppo, può fa venir meno la motivazione a passare a quella successiva, come anche una eccessiva frustrazione provata nella fase corrente che può far pensare che sarà lo stesso anche nell’altra fase, innescando un meccanismo di stop alla crescita, che farà sì che nelle fasi future, si tenda a prediligere come fonte di gratificazione una delle fasi precedenti.

Le fasi dello sviluppo di una personalità, sono spinte da una energia mentale inconscia chiamata “Libido” che rappresenta per l’essere umano la “spinta vitale

Le fasi psichiche del bambino

La prima fase che si incontra è la FASE ORALE, che va da appena nati ai 2 anni.

Lo sviluppo sessuale ha inizio con la nascita del bambino e l’unica via di appagamento è la bocca, mezzo con il quale entra in contatto con la madre ed il mondo.

Oltre ad essere un mezzo di nutrimento, con essa si comincia ad avere la prima percezione della realtà che lo circonda.

Tutto il suo essere nel mondo a questo punto passa per la bocca, non avendo ancora la consapevolezza del suo corpo.

Le disfunzioni evolutive in questa fase, determinano nell’adulto, problemi su tutto ciò che attiene alla oralità ovvero, ad esempio, mangiare, bere, fumare, etc.

Quando l’individuo è fragile e viene esposto a situazioni frustranti, la persona intrappolata in questa fase, potrebbe sviluppare dipendenze dall’alcol, dal fumo, o passare dall’anoressia alla bulimia.

Anche ad esempio le persone avide, hanno questi tratti, ossia tendono a mordere, trattenere, rifiutare, tendere alla introversione e anche, ovviamente avido a leggere, nei rapporti, nel mangiare, nel bere.

La successiva fase è quella FASE ANALE, che va dai 2 ai 4 anni.

E’ il periodo della prima consapevolezza di avere un corpo e della conseguente ricerca di controllarlo, attraverso il controllo sfinterico.

Questa età rappresenta la soddisfazione di tante conquiste, si lascia il pannolino, si fa pipi in piedi e si usano i mezzi degli adulti, andando in bagno sul water.

Il bambino  impara anche a valutare  cosa gli dà piacere e gratificazioni, da qui la nascita del concetto di desiderio.

Chi non supera agevolmente questa fase, potrà  sviluppare una modalità caratteriale improntata sul rilascio o sul trattenimento, in ricordo dei bisogni fisiologici.

Il comportamento nel primo caso, avremmo l’eterno indeciso che tenderà ad accumulare beni ed oggetti, avaro, noioso tendente alla pedanteria, maniaco della pulizia e dell’ordine.

Nel secondo caso, al contrario, sarà uno eccessivamente generoso, aperto, spensierato, con uno spiccato senso artistico, poco incline al risparmio ed alla conservazione.

In questa fase si apprende il significato del controllo su di Sé ed In età adulta complicazioni di questa fase, portano anche a tratti di personalità peculiari come un’eccessiva tendenza all’ordine o al disordine e in generale a comportamenti opposti sull’asse dare/ricevere: parsimonia e avarizia, collezionismo eccessivo o tendenza a non possedere nulla, ecc.

Sono caratteristici anche la testardaggine, il perfezionismo e l’incapacità di adattarsi alle situazioni, ma anche la collera. Sul piano emotivo il carattere anale si manifesta come incapacità di manifestare appieno le proprie emozioni.

La FASE EDIPICA O FALLICA si sviluppa da 4 ai 6 anni.

E’ la fase del complesso di Edipo per i maschietti e di Elettra per le femmine. Come nelle altre fasi, la libido si concentra nella zona genitale da cui il nome fallico.
Dopo la frustrazione dello svezzamento, il bambino subisce una seconda delusione quando scopre che non può possedere in maniera esclusiva l’affetto della madre, poiché lo deve dividere col padre.

Il bambino matura una prima superficiale coscienza morale, cioè una prima organizzazione di autocontrollo ed avverte dentro di sé la presenza dei genitori anche quando essi sono assenti, ed è pronto ad una forma di comportamento autonomo.

In questa fase i genitori fanno fatica a comprendere i propri figli avendo ovviamente dimenticato il loro comportamento alla stessa età e spesso reagiscono in modo inadeguato.

Questo sentimento, non adeguatamente superato, creerà per i maschi angoscia da castrazione e per le femmine invidia del pene

Anche in questa fase possono nascere deviazioni, che producono caratteri di personalità risolute, egoiste, autonome e orgogliose.

Se l’identificazione fallisce (il maschietto di identifica con il papà e la femmina con la mamma), possono esserci difficoltà di genere (omosessualità) e disturbi della sfera sessuale tra cui l’asessualità.

Potrebbe anche sviluppare un profondo senso di insicurezza, essere instabile emotivamente, essere morbosamente attaccato a cose e persone e anche mostrare cenni di egocentrismo.

La psicanalisi considera i “nevrotici da successo” o i “don Giovanni” una forma di regressione dell’adulto alla fase fallica.

A questa età il bambino matura una prima superficiale coscienza morale, cioè una prima organizzazione di autocontrollo ed avverte dentro di sé la presenza dei genitori anche quando essi sono assenti, ed è pronto ad una forma di comportamento autonomo.

 

A queste fasi seguono due altre che portano quella che ora possiamo definire una persona, a diventare adulta e che tratterò in un prossimo post.

Appare evidente che i malesseri provati da un adulto, i suoi comportamenti e schemi mentali,  sono riconducibili ad eventi ben classificati e sopratutto localizzati in un preciso momento della sua vita.

Adulto come sappiamo, perde la cognizione di cosa possa essere accaduto quando aveva un anno oppure tre, ed è per questo che si diventa in alcuni casi sudditi inconsapevoli di se stessi, adottando comportamenti non funzionali al proprio star bene e alla propria realizzazione.

In questi casi occorre un lavorio interiore che miri alla consapevolezza dell’accaduto, per ricollegare le emozioni di oggi al vissuto di ieri; Vissuto oramai divenuto inconscio, solo così ci si può liberare di quelle gabbie mentali autoindotte che frenano il nostro sviluppo, relegandoci a posizioni subalterne nella vita.

Leggi anche: Il Ritardatario Cronico 

 

 

 

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