Cosa è l’anima?

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L’anima è ricchezza: conoscerla a fondo significa iniziare un viaggio di forte crescita interiore per il nostro essere.

Per poter percepire la propria e l’altrui Anima, occorre aver fatto un percorso di arricchimento, di elevatezza personale, in quanto essa è un’energia sottile, udibile a livello emotivo, da chi ha evoluto in se stesso i livelli di Empatia. Occorre una ricchezza interiore per gestire le conseguenze di avere un’anima, anche perché il saper “Dare” è conseguente alla visione dell’anima altrui, visione possibile solo attraverso un passo indietro che il proprio IO deve compiere.

L’anima (dal latino anima, connesso col greco ànemos, «soffio», «vento»), in molte religioni, tradizioni spirituali e filosofie, è la parte vitale e spirituale di un essere vivente, comunemente ritenuta distinta dal corpo fisico.

Tipicamente veniva assimilata al respiro. Nella Grecia antica si faceva a volte riferimento all’anima con il termine psyche, da collegare con psychein, che analogamente ad anemos significa «respirare», «soffiare», proprio per sottolinearne la funzione “vitale” per l’individuo.

Anima, l’espressione di noi stessi

Originariamente era espressione dell’essenza di una personalità, intesa come sinonimo di «spirito». Oggi invece viene sacrificata e progressivamente identificata soltanto con la «mente» o la coscienza di un essere umano, relegandola ad un sottoprodotto, rispetto alle esigenze materiali di questa società fondata sul possesso di un bene materiale e non possesso di spiritualità.

Invece è un aspetto fondante della nostra esistenza ed è in una sostanziale unità e immutabilità di fondo con la persona in cui abita, che permane ai mutamenti del corpo e presiede alle sue funzioni.

Le parole «anima» e «psiche», quale è la differenza?

“Chi scorge la differenza tra l’una e l’altra non ne possiede entrambe”. La psiche fonda le proprie radici nell’anima, ed entrambe collegate con l’inconscio, partecipano alla dimensione del tutto interiore ed extracorporeo.

L’Anima è un principio fondante immateriale della vita di una persona, contrapposta ma fusa nel contempo con il corpo e immortale, in quanto trasmissibile tra persona a persona quando questa è interiorizzata.

Essa è anche sede dei sentimenti. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, dei sentimenti più intimi, all’amarsi ed all’amare. Attinge nelle profondità e nella elevatezza, da essi prende i propri confini, venendo definita dal complesso dei propri valori interiori.

L’anima al pari dell’Eros e al contrario del Thanatos

Eros e Thanatos sono le due pulsioni o istinti fondamentali che Sigmund Freud postulò come alla base del comportamento umano. Eros, l’istinto di vita, è la spinta a creare e preservare la vita. È associato all’amore, al sesso, alla creatività e al desiderio di connessione. Thanatos, l’istinto di morte, è la spinta a distruggere e dissolvere la vita. È associato all’aggressività, alla violenza e al desiderio di morte.

Freud credeva che questi due istinti fossero in costante conflitto tra loro. L’equilibrio tra Eros e Thanatos determina la nostra personalità e il nostro comportamento. Se Eros è dominante, è più probabile che siamo amorevoli, creativi e produttivi. Se Thanatos è dominante, è più probabile che saremo aggressivi, distruttivi e autodistruttivi.

Nei suoi primi scritti, Freud credeva che Thanatos fosse l’istinto primario e che Eros fosse un istinto secondario che serviva a legare o sublimare Thanatos. Tuttavia, nei suoi scritti successivi, Freud arrivò a credere che Eros fosse l’istinto primario e che Thanatos fosse un istinto secondario che serve a limitare o opporsi a Eros.

La teoria di Freud su Eros e Thanatos ha avuto influenza in molti campi, tra cui la psicoanalisi, la letteratura e l’arte. È stato anche utilizzato per spiegare un’ampia varietà di comportamenti umani, dalla dipendenza alla guerra.

Ecco una tabella che riassume le principali differenze tra Eros e Thanatos:

È importante notare che la teoria di Freud su Eros e Thanatos è solo un modo di comprendere il comportamento umano. Sono state proposte molte altre teorie e non esiste un’unica teoria universalmente accettata. Tuttavia, la teoria di Freud è uno strumento prezioso per comprendere la natura complessa e contraddittoria degli esseri umani.

Nel contesto della psicologia moderna, Eros e Thanatos sono spesso indicati come istinto di vita (libido) e istinto di morte (aggressività). Questi istinti sono visti come due forze fondamentali che guidano il comportamento umano. L’istinto di vita è responsabile del nostro desiderio di connetterci con gli altri, di creare e di provare piacere. L’istinto di morte è responsabile del nostro desiderio di distruggere, di infliggere dolore e di sperimentare la morte.

L’equilibrio tra questi due istinti è ciò che determina il nostro benessere generale. Quando l’istinto di vita è in equilibrio, siamo in grado di sperimentare amore, gioia e creatività. Quando l’istinto di morte è in equilibrio, siamo in grado di sperimentare coraggio, aggressività e autoconservazione. Tuttavia, quando uno di questi istinti perde l’equilibrio, possiamo sperimentare problemi come dipendenza, violenza e depressione.

L’obiettivo della terapia è spesso quello di aiutare le persone a raggiungere una relazione più equilibrata tra gli istinti di vita e quelli di morte. Questo può essere fatto attraverso una varietà di tecniche, come la terapia della parola, la consapevolezza e la meditazione.

Risulta evidente quindi che è il risultato anche di quanto si interiorizza e di quanto si assimila in termini di valore, empatia, e ricchezza di sentimenti. Tanto è che si dice che taluno è senz’anima per sottolinearne l’egoismo, il cinismo e la mancanza di empatia ed è proprio per questo che l’anima può essere anche mutilata, persa, o anche distrutta, quando ci si è cibati troppo a lungo di odio, anaffettività, trascuratezza e disamore, sia ricevuti che autoinflitti a se stessi.

Al pari dell’Eros ed al contrario del Thanatos, è creatività, accoglienza,gentilezza, amore, comprensione, ma anche rispetto, diritto ed esigenza. Essa chiede il rispetto delle emozioni altrui come del corpo proprio e dell’altro, che non è visto più come qualcosa da possedere ò consumare, ma bensì come il prezioso involucro dal quale essa traspare.