“ In questa società si crescono figli non più in grado di reggere il dolore, una volta c’erano i riti iniziatici, o come in alcune realtà africane, ragazzi vengono espulsi dalla tribù a 13 anni, devono dimostrare di essere in grado di sopravvivere senza assistenza: qualcuno muore, qualcuno si fa male, qualcuno torna e viene incluso nel gruppo degli uomini.
Purtroppo che i ragazzi, maschi e femmine, sono per la maggior parte sprovvisti di questi strumenti, quando arrivano a 18 anni, dovrebbero essere pronti ad affrontare la vita reale, grazie a quel bagaglio esperienziale trasmessogli fin dalla più tenera età, come affermavamo prima. Si tratta di ripensare certe modalità di crescita all’interno di un perpetuo nido sicuro generalizzato e diffuso dove tutto è facile e piacevole.
I luoghi del dolore vanno conosciuti subito, solo così ci si può attrezzare psicologicamente. Altrimenti, come posso pensare di reggere il dolore se non l’ho mai conosciuto? E quando lo conosco mi spavento e rifugio da mamma e papà?!
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