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Rabbia verso i genitori: perchè esiste, come gestirla

rabbia verso il padre

La rabbia verso i genitori dove nasce?

E’ un’emozione presente in qualunque ambito familiare che nasce dal profondo e che non va repressa, bensì analizzata a dovere.

La rabbia è un sentimento che, prima o poi, lo si deve affrontare ed elaborare per bene, e chi sente di non averne è solo dovuto al fatto di averla rimossa. La si trova in tanti momenti della vita di una persona, in quando viene proiettata sul proprio compagno, sul datore di lavoro, sulle amicizie e sulla società, quindi ogni qualvolta ci sia una relazione.

Nel rapporto tra genitore e figlio, se non viene elaborata e superata con l’amore, viene proiettata sulle relazioni future e porta inevitabilmente al fallimento delle relazioni nella vita, perché portatrice anche del senso di colpa che sorge nel momento esatto in cui si prova la rabbia, essendo  direzionata verso coloro ai quali comunque dobbiamo il fatto di esistere.

Modello sociale e famiglia, diventano una miscela degenerativa, un terreno paludoso per la crescita di quasi tutti i mali che affliggono la persona, poiché da un lato le figure genitoriali non forniscono gli strumenti per affrontare la vita, dall’altro la società ti deresponsabilizza togliendo il vero potere della scelta.

Nella mia lunga attività ho potuto assistere a migliaia di casi nei quali non solo nella famiglia non si è potuti crescere ma, ancor più grave, sono stati creati nei figli danni a volte permanenti al loro mondo interiore, pervaso costantemente da vuoti, mancanze affettive, rabbia e depressione.

Fin troppi bambini e bambine si sono trovati con una mano vuota, quando da piccoli hanno chiesto ai genitori un sostegno e si sono sentiti rivolgere in cambio solo una critica: “fa’ il grande…”, “ho da fare…e smettila…”.

Se un bambino ti chiede la mano vuole dire che ancora non è grande abbastanza, vuole il tuo sostegno per crescere; quando questa modalità genitoriale viene a mancare si generano senso di abbandono e disistima di se, indelebili.

La sfiducia nelle proprie risorse è un chiaro sentire di non essere stati “sufficientemente giusti per essere amati”.

Quel gesto anaffettivo porta con sé un messaggio silente: “Tu non sei meritevole”, messaggio che come un eco risuonerà nell’inconscio per decenni, limitando la possibilità che ha la persona di “meritarsi”, ossia permettere di darsi, soddisfazioni nella vita.

Purtroppo la mente umana funziona così: un bambino disatteso si chiede “cosa ho sbagliato?” e non pensa al fatto che forse sono i suoi genitori a non essere adeguati e non lui a non essere giusto!

Quella affettività non data in modo costante e consistente si afferma nella dimensione inconscia senza aver bisogno di parole: “Non sei una persona giusta e meritevole di essere amata, non ti sarò vicino per darti gli strumenti che ti servono. Non credo in te!”

Questo viene imparato ed assimilato dal bambino e nella vita; allora sarà normale un atteggiamento di autopunizione che egli metterà in atto inconsciamente, privandosi dell’amore e del successo che al contrario meriterebbe, così come avrebbe meritato una carezza in più, mentre pensava che non gli fosse stata concessa perché non era stato meritevole.

L’insuccesso di una persona sia nelle relazioni sia nelle professioni è nel 90% dei casi dovuto a una cattiva e mancante costruzione nella famiglia, di basi affettive solide e del terreno necessario per superare i conflitti interiori che ogni crescita comporta.

Infatti, chi invece ha avuto solide basi affettive e relazionali in famiglia, quando affronta nella vita prove anche dure ne esce molto meglio e molto prima, rispetto a chi invece era già indebolito da una non buona costruzione del proprio Io.

Le persone che hanno subito questo trascorreranno un’esistenza nel tentativo di sfuggire alla loro realtà interiore oppure nel cercare di porvi rimedio, in quanto questi fatti emozionali negativi hanno creato un circuito mentale auto replicante a vita, la famosa “Coazione a ripetere” come Freud ben individuò.

Rabbia verso i genitori

Chi vive questa rabbia non avendola sublimata tenderà a spostarla sugli altri che incontrerà, incolpandoli per proiezione, dell’abbandono e delle ferite ricevute dai genitori. Quindi tale emozione negativa verrà spostata su ogni cosa che gli capiterà, pur essendo  l’accaduto la conseguenza dei propri atti mancati. Questo sentimento verso le figure genitoriali, la rabbia verso i genitori, nasce a causa di molteplici motivi:

rapporto genitore figlio nell’adolescenza

  • può essere come nella maggior parte dei casi un riflesso di un abbandono;
  • oppure il risultato di eccessiva autorità castrante;
  • ma anche all’opposto, ovvero l’essere stati troppo tenuti nel nido per ritrovarsi poi disarmati;
  • senza dimenticare il mancato superamento delle fasi edipiche maschili e femminili provoca un risentimento genitoriale.

La rabbia verso l’altro non può che generare rabbia verso se, essendo l’altro costruito anche dentro noi

Vivere con questa dinamica inconscia spinge all’isolamento, oltre che alla non riuscita professionale. Questo perché tutti i pensieri e gli accadimenti sono da essa filtrati  e, come affermavo poc’anzi, il meccanismo può essere raffigurato bene dal “Flagellatore”. Colui che, frustandosi in un misto di rabbia aggressiva verso se e con un tentativo di espiazione del senso di colpa, si incammina. Ma lo fa perdendo molto sangue, che man mano gli toglierà sempre più sia la forza che la lucidità per fare scelte giuste, avendo di fatto spostato la mente in un sistema autopunitivo.

Tuttavia esiste un modo per individuare questa rabbia accecante che limita la capacità di fare le scelte giuste. Il modo è quello di rendersi conto sempre maggiormente che, innanzitutto, si vive uno stato alterato. E secondariamente che l’altro è solo uno schermo incolpevole sul quale proiettiamo il nostro dolore non ancora del tutto risolto.

Rapporto genitori figli: non isolarti, non fuggire

Non serve ne isolarsi ne fuggire da essa, tanto meno allontanarsi dal soggetto al momento deputato alla sua proiezione. Se si è soli nel momento della rabbia non si potrà fare a meno di colpire se stessi con mille atti mancati, i quali creeranno solo nuove ferite come ben raffigurato nella rabbia esposta nel film “Edward mani di forbice”. Qui l’attore arrabbiato verso il padre per la sua morte prematura e quindi la sua incompletezza, quando si sfiora da sé il viso si auto ferisce. Ed alla fine del film lo si vede senza relazioni, chiuso nel suo castello in preda al ricordo della sua mancanza.

Rabbia verso i genitori psicologia

Edward non era cattivo, era solo sbagliato e nessuno gli aveva insegnato ad amare.

Quindi questa rabbia verso i genitori irrisolta non va evitata, ma elaborata molto profondamente. Anche se ci vorranno anni saranno sempre meno di quelli sprecati in una vita insoddisfacente, perché essa si ripresenterà puntualmente in ogni relazione e pensiero che si avrà, sarà spostata su ogni altro e su ogni altra cosa che si farà nella vita.

Infine una raccomandazione sull’argomento “rabbia verso il genitore”: evitate di perseguire l’idea del perdono razionale della madre o del padre. Non sono loro da perdonare ma il genitore dentro voi.

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2 risposte

  1. Sono stata alcolista…pulita per 10 anni, ad 7na ricaduta causata da un conflitto con mio marito ( tuttora alcolista, lui), lo difendono e mi hanno sbattuta fuori casa mia. Non capisco come possano accettare il padre.

    1. Accettare non vuole dire perdonare, ma bensì in alcuni casi come il suo, trasformarlo in persona.

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