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La difficoltà a raggiungere i propri sogni

Difficoltà a ragiungere i propri obiettivi

Molti sono costantemente alla ricerca della propria realizzazione completa, a volte la sfiorano per poi perderla, oppure non la raggiungono mai davvero.

Questo dipende dal fatto che tutti abbiamo una valigia con noi, nella quale sono racchiusi tutti i nostri traumi, le sconfitte, le direttive che abbiamo assorbiamo dagli altri, e la conseguenza è che noi ci raffigureremo così  nella vita, come le cose dentro la valigia proietteranno, questa sarà l’immagine che abbiamo di noi stessi.

Questa valigia ci delinea e dichiara a noi stessi i nostri confini, oltre i quali non possiamo andare, perché dovremo immaginarci oltre la concretezza delle nostre caratteristiche fondanti.

Ecco che allora che quando la nostra crescita ulteriore ci chiede di superarci per andare oltre questi limiti, accade il cortocircuito, perché ciò che siamo come proiezione di noi stessi, non coincide con ciò che saremo una volta realizzati.

Cosa ostacola il raggiungimento dei propri propositi

Quando l’immagine che abbiamo di noi stessi, è troppo distante da quella che avremmo, se portassimo a compimento un nostro progetto; il nostro inconscio mette in atto una serie di atti mancati, di ingenuità e pensieri opposti alla meta che vorremmo raggiungere, procrastinandola fino a farcela  abbandonare.

Questa è la valigia che trainiamo sulle nostre spalle, la nostra proiezione interiore!

Questa è la raffigurazione del nano interiore di Nietzsche!

Viviamo una realtà interiore senza tempo ed ogni superamento o cambiamento, richiede un riassetto della percezione di noi stessi, cosa che richiede tempo e il superamento di uno stato momentaneo di squilibrio, per questo è tanto difficile cambiare ed evolversi.

Ad esempio, se guadagnando mille euro al mese, noi sappiamo che non potremo mai avere una Ferrari, ma se per qualche motivo l’avessimo per un colpo di fortuna, il vederci lì dentro quell’auto, passato il piacere e lo stupore, fa sì che non potessimo più specchiarci in noi stessi, perdendo la nostra identità; Ulteriore riprova sono le tantissime storie  di persone diventate improvvisamente ricche, che altrettanto velocemente hanno dilapidato tutto, come i  figli che sperperano il frutto di anni di lavoro dei genitori, una volta entrati in possesso dell’eredità.

Siamo concepiti mentalmente per tendere all’equilibrio ed è rappresentato dall’assetto consueto assunto nella nostra vita.

Ma questo “limite” insito nella mente umana di tutti, può essere superato, o per meglio dire “inabilitato” ed il modo per farlo è mettere le mani in quella valigia, aprirla, osservandone ogni singolo componente e quanto questo è funzionale alla nostra vita attuale oppure di ostacolo.

E’ risaputo che il vero cambiamento può avvenire solo da dentro, concetto cavalcato furbamente dai fautori della crescita personale, ma ahimè, non sapendo neppure dove sia ubicata questa valigia dentro noi, costoro finiscono per propinare inutili illusioni.

Per questo quasi nulla funziona nelle molteplici tecniche ed esercizi spirituali o pseudoscientifici proposti dalla rete, che sia Pnl, meditazioni varie o programmazioni inconsce dell’ultima ora.

Il lavoro che funziona consiste in una disamina sui  comportamenti quotidiani disfunzionali, quali atti mancati o pensieri limitanti, che diventano di ostacolo quando impediscono il funzionale svolgimento della vita di ogni giorno. Occorre evitare altresì i comportamenti che fungono alibi che impediscono a se stessi di portarsi alla migliore versione di se.

Riguardare e valutare il contenuto bambino di quella valigia con gli occhi dell’adulto!

Questo è ciò che si può fare per far decollare noi stessi verso la meta da raggiungere e costruire il ponte che va oltre noi stessi.

Compiere se stessi è qualcosa che occorre non solo a noi, ma dà anche un senso al perché noi stiamo percorrendo questo spazio, rappresentato dalla nostra esistenza.

Darsi quel piacere consapevole di essere allineati con le nostre attese, grandi o piccole che siano, ma che completamente ci permettano di affacciarsi al mondo con la nostra vera essenza, è la missione che dobbiamo avere per poter dire “io sono”, nel senso più nobile del termine.

Senza tale costruzione il risultato non ci sarà e si andrà ad infoltire con la nostra vita non nata, le file degli irrealizzati, dei disillusi e dei depressi!

Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino e se non fai buon uso di quello che hai fatto in passato, rimarrai sempre nell’infanzia della conoscenza di te stesso. Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fa nascere gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che è presente alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, ed infine una vasta maggioranza che non saprà mai ciò che in realtà accade.

 

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