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Dove nascono le incomprensioni?

Ci sono due meccanismi fondamentali che rendono difficile sia il vedersi che il comunicare con gli altri, che ostacolano la crescita personale e la qualità dei rapporti, facendoci impiegare tanto tempo per costruire  relazioni appaganti  con le persone.


distanza da se stessiN.1 la distanza da se.

Quante volte ti sarà capitato di notare qualche comportamento non appropriato negli altri, o magari che una persona anche conosciuta, commettesse degli errori nei comportamenti o nelle azioni che saltano agli occhi, tanto da meritare le tue osservazioni critiche ?

Quante volte al ristorante, in un negozio, nel lavoro, con gli amici;  sottolinei delle cose che non vanno nelle persone che incontri ?

Tantissime vero?

Questo cameriere non sa fare il suo lavoro … questa ragazza/o se la tira troppo, la commessa del supermercato non sa mai dove si trova un prodotto, costui non si rende conto che facendo così non otterrà nulla nella sua vita, questo mio amico non sa amare è egoista, guarda chi frequenta…eccetera eccetera.

Siano comportamenti o mancanze, ci sorprendiamo del come mai queste persone sembrano non accorgersi minimamente delle loro azioni mediocri, ne delle conseguenze negative che avranno  su se stessi e su chi incontrano!

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Come se costoro vivessero una dimensione tutta loro e  facessero molta difficoltà a mettersi nei panni degli altre ed anche a guardarsi da fuori da se stessi.

Li vedi agire convintamente ma inconsapevolmente e quando cerchi di fargli notare che tale cosa è discutibile o migliorabile, ti stoppano subito con un alibi, col quale si giustificano e se cercano di capirti, fanno una gran fatica, come un equilibrista su una fune….

Per capire l’altro sembra che debbano uscire dal proprio universo e passare in una dimensione sconosciuta, della quale percepiscono solo un filo, che tentano di percorrere per capire cose oltre loro stessi.

“Le cose che rileva l’altro, giungono a noi come una lingua aliena da tradurre.. “

Sai che questo vale anche per gli altri quando interagiscono con noi?

Gli altri notano ogni nostro difetto e comportamento da migliorare, ma se ce lo dicono, diventano secondo noi : inopportuni, antipatici, invadenti, e difficili da capire a riguardo della cosa che hanno evidenziato di noi….fino a chiederci?

Ma di cosa parla costui? Di cosa si impiccia?

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Il fatto è che ognuno noi vive la sua dimensione esistenziale come fosse un universo a se,  e che essa è frutto delle nostre proiezioni e osservazione.

Questa visione di noi è  arbitraria e soggettiva;  dietro la costruzione del nostro universo, ci sono i limiti e le credenze stesse che lo hanno generato.

Questo nostro universo è difficile vederlo, perché ne siamo totalmente  immersi.

Provate a mettervi il cellulare  sul naso e leggere la marca con entrambi gli occhi… è molto difficile, quasi impossibile !

La intravedete la marca, è li  ma è  molto sfocata, se vi sforzate un po’ appare più chiaramente ma poi sfuma non  appena muovete gli occhi.

Questo esempio è la realtà di quanto vediamo di noi stessi e quanto vediamo degli altri.

 lingua aliena2 La sindrome dello spazio alieno.

Accade che  ognuno vede ed interagisce con  il mondo esterno con una lente di un colore specifico,  dovuto al proprio imprinting emozionale e che questo colore sia diverso dagli altri. Quindi se una persona ci dice ; guarda che è rosso… e l’altro invece vede che è verde…non a caso si trascorrono a volte ore per “spiegarci” anche con gli amici più stretti, con frasi del tipo: quello che io volevo dire!… quello che ho detto non era in quel senso!… cosa intendevi quando mi hai detto?… Perché fai sempre così?  Sembra un dialogo tra sordi, eppure capita a tutti noi.

Altro aspetto che rende difficile la relazione tra persone è il Il meccanismo dello specchio, o transfert come lo chiamano gli psicoanalisti.

Questa  è appunto la modalità con la quale proiettiamo noi stessi sull’altro e diciamo di lui ciò che inconsciamente vorremmo dire a noi: Magari di qualcosa che di noi stessi non ci sta bene, o una cosa che vorremmo fare ma abbiamo dei timori a farla.

Quindi alla fine parliamo per metà con l’altro e per metà con noi stessi in una confusione di ruoli e senso vero del discorso.

Per capire l’altro si deve uscire dal proprio universo fatto delle nostre certezze e sicurezze, attraversare uno spazio sconosciuto per giungere dinanzi all’universo dell’altro, regolato dalle proprie leggi e credenze.

Non a caso le persone insicure che sono “chiuse” o timide, temono la zona di mezzo tra se e gli altri, preferiscono rimanere in una sorta di “Zona di confort mentale” dentro loro stessi.

Le stesse regole della comunicazione confermano questi meccanismi, sottolineando che su 100 cose dette, il nostro interlocutore alla fine ne assorbe circa 10 !

In questo labirinto nel quale si svolgono le relazioni umane, sembra che giungere ad una soluzione sia a volte scoraggiante, ma devi sapere che ci sono delle modalità da mettere in campo per migliorare le cose.

Convegno Roma
Convegno Roma

Soluzione al problema  N.1 # la distanza da se.

Per far si che noi per primi ci si possa osservare in modo critico e creativo, è necessario incominciare a delineare i nostri confini:

Chi sono – Cosa amo fare – Quali abilità ho – Cosa devo migliorare – Cosa voglio raggiungere.

Porsi queste domande, mette un freno alla modalità dello specchio o transfert , perché le risposte le abbiamo da noi stessi e non abbiamo più il bisogno di cercarle fuori di noi.

Il secondo beneficio che ne deriva è che possiamo porci all’ascolto dell’altro senza dover proiettare nulla; diventa lui il centro della nostra attenzione, potendo così riflettere su cosa dice di se e di noi.

Zona di confort mentaleSoluzione al problema N.2 # La sindrome dello spazio alieno.

Per comprendere davvero l’altro, per essere Empatici,  lo si deve  far entrare in noi per poterlo leggere e sentire; ma questo comporta anche che abbia accesso ai  nostri segreti e nei nostri tabù, questo l’inconscio lo sa e mantiene le distanze di sicurezza tra noi e gli altri.

La consapevolezza, la sicurezza di se, l’essere Empatici, sono gli strumenti che riescono a tradurci noi stessi e l’altro, perché ci permette di allontanarci da noi stessi, quel tanto che basta a per poterci osservare.

Una volta che ci siamo delineati con maggiore chiarezza, riusciamo ad identificare meglio anche l’altro, perché lo abbiamo tolto dal gioco dello specchio, non abbiamo più bisogno di lui per vederci e quindi possiamo osservarlo per cosa è davvero libero da proiezioni.

Se provi a non cercare di rappresentarti e metterti solo all’ascolto, potrai ascoltare sia le parole che la comunicazione proveniente dall’anima di chi hai davanti.

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